Italiani al volante – Bestiario Breve (Parte I)

Come in molti altri aspetti della loro vita quotidiana, gli italiani al volante sono piuttosto folcloristici. Giusto per evitare equivoci meglio chiarire subito il giudizio sotteso: i miei connazionali non sanno guidare. Tuttavia in questo post non si parlerà di controsterzo o di acquaplaning: il tentativo sarà quello di redigere un bestiario di tipologie di automobilisti, ad uso ludico e antropologico.

L’elenco trae spunto dal colorito repertorio di curiosi personaggi incrociati in tanti anni di chilometri macinati tra le strade italiane, isole comprese.

Ndr: per comprendere il pathos dell’autore nel descrivere tali fenomeni, è importante sottolineare che per una coincidenza a dir poco straordinaria egli si ritrova a convivere con tutte le categorie di seguito elencate ogni volta che guida. Anche se esce col suo gatto delle nevi da un igloo alle tre del mattino, in pieno circolo polare artico.

I cavernicoli tecnologici

Sarà capitato anche a voi di incrociare ingombranti SUV o prestigiose berline che sbandano incerte, zigzagando tra marciapiedi e semafori, guidate da italioti al telefono, con il cellulare attaccato alle orecchie come negli anni ’90.

Pensano probabilmente che quel cavetto con due piccoli auricolari nella confezione dello smartphone serva per far ascoltare la musica al gatto, e che il bluetooth sia un dentifricio caratterizzato dal colore azzurro molto intenso.

Con una mano sola avrebbero difficoltà anche a portare il carrello tra gli scaffali del supermercato, figuriamoci una vettura da due tonnellate in mezzo al traffico.

Rimedio consigliato: un bel corso base di utilizzo del cellulare e una visita all’associazione medici dentisti per chiarirsi le idee sui dentifrici. Per gli altri automobilisti un consiglio: state alla larga e guardateli malissimo.

I taroccatori musicofili

Si distinguono per la formidabile capacità di rovinare i loro mezzi di locomozione con improbabili drappelli estetici: spoiler posticci, cerchioni spropositati, luci azzurrine sotto la scocca, tristi etichette palesemente tarocche (tipo “Biturbo 16V 4×4”), scarichi sportivi da 8000 decibel.

Il tutto sull’utilitaria ceduta dalla zia o sul califfone del cugino.

Spesso sono molesti sul piano acustico anche dal punto di vista meramente musicale: tengono l’autoradio a palla e, nei casi gravi, i finestrini aperti. A questo proposito sociologi, melomani e musicofili di tutto il mondo indagano da tempo su una strana coincidenza, su un mistero finora inesplicato: più questi tamarri tengono il volume alto più ascoltano musica di merda.

Il nesso tra le due scelte, tuttavia, è ancora oggetto di studio. Che ci siano dietro le scie chimiche?

Rimedio consigliato: il buon gusto e il senso estetico sono difficili da insegnare. Li si potrebbe condannare alla visione di una intera stagione di talent show musicali senza condizionale. Ma non siamo mica così cattivi.

I sopravvissuti

Avete presente il dr. Robert Neville di “Io sono leggenda” ?

Pensano di vivere in un futuro post-apocalittico, di essere gli unici esseri umani rimasti sulla terra e di percorrere strade deserte di città ormai decadute: procedono serafici in mezzo alla strada, ignorano quelle strane strisce bianche disegnate sull’asfalto, non usano gli indicatori di direzione, non guardano gli specchietti, mollano l’auto dietro curvoni parabolici ciechi e scendono garruli e lieti a prendere il pane.

Il resto degli automobilisti schiva, sfiora, evita, frena, ma soprattutto impreca.

Rimedio consigliato: visione coatta di “Incontri ravvicinati del terzo tipo” e “E.T.”, nella speranza di chiarire loro che non siamo soli nell’universo…

I furbetti saltacode

Sono quei simpaticoni che saltano allegramente le code e poi all’ultimo momento mettono la freccia e pretendono di infilarsi davanti a tutti. Evidentemente pensano che la loro geniale idea di sorpassare tutte le auto incolonnate sia una brillante intuizione e che gli altri ingenuotti non arrivino a furbizie simili. Astuti come cervi, insomma.

NB: sono gli stessi che in altre circostanze si appiccicano all’auto davanti per evitare di far immettere chiunque altro da strade laterali, che considerano ogni sorpasso come un’onta, che si disperano se qualcuno riesce a infilarsi tra loro e la vettura davanti.

Rimedio consigliato: auto civetta blindate e armate di rostri e magli, utili a comminare multe salatissime sotto forma di danni alla carrozzeria di furbetti ed astuti vari da due soldi.

Le sfingi da semaforo

Tipologia di automobilista particolarmente diffusa nel Veneto, regione in cui i semafori rossi sono gestiti con  tempistiche misteriose e inesplicabili: all’incrocio di due strade di campagna, in una qualsiasi zona periferica della bassa padovana, la durata del rosso è mediamente paragonabile a quella dell’arteria principale del centro di smistamento merci di Singapore.

Ebbene, le sfingi da semaforo sono riconoscibili proprio in simili circostanze: nonostante l’attesa snervante e interminabile, quando scatta il verde non reagiscono in alcun modo. Rimangono immobili a fissare il vuoto, lo smartphone o il proprio rossetto visto attraverso lo specchietto retrovisore. Partono solo quando vengono subissati di clacsonate.

Rimedio consigliato: auto civetta dotate di clacson a propulsione nucleare in grado di emettere una potenza di suono superiore a quella dei transatlantici. La scorrevolezza del traffico ai semafori non migliorerà, ma vuoi mettere la soddisfazione…

 

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