Andre Agassi – Open

Trama

“Open” è l’autobiografia ufficiale di Andre Agassi.

In 500 pagine vengono raccontati vent’anni di storia del tennis e gli scorci più significativi di alcuni tra gli oltre 1000 match giocati dal campione di Las Vegas, ma non solo.

Si parla anche della sua infanzia sacrificata sull’altare di uno sport imposto dal padre, che lo costringeva a giocare 2.500 palline al giorno; delle sue difficoltà di adolescente meno ribelle di quanto si pensi; di molte imprese memorabili e di alcune paurose parabole discendenti; di matrimoni da prima pagina e di amicizie profonde con persone che sotto i riflettori non ci sono mai state.

Fino al momento del ritiro e del suo ritorno ad una vita (quasi) normale, con la moglie Steffi Graf e con i loro due figli.

Recensione

Il libro, nel 2011, è stato un caso editoriale che ha travalicato i limitati confini di nicchia degli appassionati di tennis. E non solo per le furbe anticipazioni pubblicitarie sul parrucchino e sul doping o per il richiamo del tennista “punk” che a vent’anni ha spopolato in uno spot divenuto celebre grazie allo slogan “L’immagine è tutto“.

C’è di più.

Il rapporto contraddittorio con lo sport che gli ha dato tutto (e forse gli ha anche tolto moltissimo) genera una tensione emotiva che continua per tutta la durata del libro, nel quale emerge anche in modo evidente lo spessore umano di un Agassi che non esita a mettersi a nudo in modo sicuramente un po’ astuto ma tutto sommato credibile e piacevole.

Godibilissima la cavalcata lungo due decenni di tennis ai massimi livelli, attraverso nomi come Sampras, Connors, McEnroe, Borg, Lendl, Becker, Chang, fino ad arrivare a due giovani promesse chiamate Nadal e Federer. L’olimpo del tennis e le sue leggende, insomma, sono ben rappresentati.

Citazione

“Odio il tennis, lo odio con tutto il cuore, eppure continuo a giocare, continuo a palleggiare tutta la mattina, tutto il pomeriggio, perché non ho scelta. Per quanto voglia fermarmi non ci riesco. Continuo ad implorarmi di smettere e continuo a giocare, e questo divario, questo conflitto tra ciò che voglio e ciò che effettivamente faccio mi appare l’essenza della mia vita…”

Nota del Ceo

Non potevo non leggerlo, dato che Agassi è stato uno dei miei tennisti preferiti e che per anni ho cercato di modellare il mio gioco sul suo, con risultati che potete immaginare ma sui quali vi invito a non fare troppo spirito se non volete il guanto della sfida su un campo in terra rossa.

Le aspettative, anche da appassionato, non sono andate deluse: leggere dalla sua viva voce (penna, dovrei dire…) i retroscena e il contorno emozionale di alcune partite che ricordo di aver visto, all’epoca, in diretta televisiva, è stato assai piacevole (ebbene sì… a quei tempi si riusciva ancora a vedere un po’ di tennis in TV, anche se già cominciavano i primi canali a pagamento: chi si ricorda Tele+?).

Ah, per i più smanettoni: è stato divertente anche cercare gli spezzoni di alcuni match sul web per rivederli subito dopo averne letto la descrizione in soggettiva da parte del buon Andreino.

PS: a dicembre del 2010 avevo già reso omaggio ad Agassi in un post imperdibile che potete leggere cliccando QUI.

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