Una serata al cinema (parte 2)

Le nostre squallide periferie sono ormai invase a macchia di leopardo da mastodontici multisala che sulla carta sono la terra promessa per tutti gli amanti del cinema: sale enormi, schermi sconfinati, poltrone presidenziali, audio stratosferico, librerie che legano le vetrine alla programmazione, pizzerie, bar, negozi di gadget et similia. Insomma tutto quello che serve per creare un luna-park dedicato a Hollywood e dintorni. Un po’ pacchiano d’accordo, ma quale luna-park non lo è?

E’ bello poter prenotare i posti via internet, spigolare tra libri e dvd in libreria, cenare in loco o anche solo bere qualcosa con gli amici prima della proiezione. Anche nel caso delle astronavi multisala ultramoderne tuttavia, vi sono i risvolti poco piacevoli. Mi riferisco soprattutto al serraglio di varia umanità che li frequenta.

I branchi di tamarri

Nei multisala del circondario patavino è assai frequente, purtroppo, l’incontro/scontro con i gruppi di tamarri in libera uscita. Il momento clou è di solito quello del week end, quando si aprono le gabbie e branchi di cafoni invadono le sale. Maleducati, euforici e piuttosto gradassi,  sono affetti da una tristissima sopravvalutazione della propria vis comica, in virtù della quale ammorbano tutta la sala con battute idiote e versi da cretini, incoraggiati dalle risate scimmiesche dei compagni di branco. Arrivano a scompisciarsi per aver storpiato i titoli di testa ad alta voce o per qualche commento da caserma su una attrice; questo è il livello. Inutile cercare di evitarli in un multisala periferico: sono come gli acari in un materasso, fanno parte dell’arredamento.

I guardiani dei fari

Duri da sopportare sono anche gli utilizzatori di cellulare molesti. Durante il film, si scambiano decine di sms con altri pitocchi: dai display multicolore che sembrano riflettori da stadio fluiscono fiumi di sms sul cui spessore e contenuto preferisco non pronunciarmi. Le sale sembrano ormai oceani di buio cosparsi di tanti piccoli fari, che squarciano la notte e spaccano i coglioni.

I ruminanti

Si tratta di persone all’apparenza normalissime ma che probabilmente non toccano cibo da mesi. Entrano in sala con un bidone di pop-corn da 5kg che potrebbe sfamare una squadra di calcio dopo l’allenamento e due bicchieroni con cannuccia che sembrano l’apollo 11. Curiosamente per prendere i pop-corn rovistano come se cercassero una pepita d’oro in mezzo a mille sassolini (se sono donne non posso fare a meno di pensare alla famosa scena de “Il tempo delle mele”…) e quando bevono ricordano le idrovore dei pompieri. Il livello di inquinamento acustico prodotto dal ruminante è pari a quello di una autostrada a media percorrenza durante un giorno feriale.

I suggeritori

Altra categoria terribile. Facile riconoscerli: hanno già visto il film e fanno i brillanti anticipando le battute o le scene topiche allo sventurato accompagnatore. “Ara ara, sta atenta: desso se scopre che l’assassino xè el maggiordomo…”. Facile intuire che avere come vicino di poltrona uno di questi fenomeni equivale alla garanzia di una serata al cinema rovinata. Unica soluzione: accettarli. Con l’accetta, ovviamente.

Le chiacchierone

E’ una variante pericolosa, più diffusa tra le rappresentanti del sesso femminile. Passano il tempo conversando di argomenti vari ed eventuali con le amiche. Ma dico io, se vuoi spettegolare su quanto si vesta male la nuova morosa di Bepi o su quanto sia zoccola la nuova collega che flirta col capo, perché non te ne vai in birreria invece di venire a disturbare me durante il film?

I commentatori

Si tratta di una specie molto diffusa. Subito dopo una scena importantissima ci tengono a rendere tutti partecipi dei loro commenti in tempo reale: “Ciò ma ‘sti troiani i xè stà proprio folpi a cascare nel trucco del cavallo… Mi ghe gavaria dà fogo…”. Ricordo con una punta di acidità di stomaco che dopo “Inglorious Bastards” un tizio si palesava irritato e spiegava a tutti che Hitler non era morto in un cinema di Parigi. Sublime.

Il Kraken

Se siete sfigati il vostro vicino di poltrona potrebbe essere un portatore sano di più flagelli contemporaneamente. In casi eccezionali, per un perverso gioco del destino, tutte le categorie si mischiano tra di loro e danno vita al mitico, terrificante spettatore rompicoglioni per eccellenza: una tamarra pettegola che viaggia in branco con altri cafoni, logorroica e cabarettista, che ha già visto il film e lo commenta, improvvisa recensioni e giudizi critici da brivido, mangia pop corn in un truogolo e si scambia sms sgrammaticati con chissà chi riflettendo sul nuovo look di qualche tronista. In Italia, ad oggi, non ci sono avvistamenti certi, ma c’è chi giura di averne intravisto qualche esemplare a nord di Roma. Le autorità smentiscono ma raccomandano la massima prudenza. Nel dubbio, abbandonate la sala.

Il tratto comune

Si tratta quindi di un microcosmo popoloso e variegato, ma esiste una caratteristica che accomuna tutte, e sottolineo tutte, le tipologie di spettatori molesti elencate finora (ma anche quelle che ho tralasciato e quelle nuove, generate dall’evoluzione della specie). Si siedono sempre sulla poltrona accanto alla mia.

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