Inutile indugiare in preamboli leziosi: stiamo parlando della Grande Mela di John J. Fitgerald, della città che non dorme, dell’ombelico economico e culturale del mondo occidentale, della meta preferita ogni anno, da milioni di turisti, da ogni parte del mondo.
Tutto il resto è noia.
Prima di entrare nel vivo del diario di viaggio è opportuno soffermarsi su alcune premesse, utili sia per i ventisei lettori abituali che per quelli occasionali, capitati qui per caso o in previsione di un viaggio oltreoceano:
– Troverete in questo post sensazioni, atmosfere e sapori della mia personale esperienza di viaggio. Tutto ciò che avrò dimenticato o scientemente omesso, cercatelo nelle innumerevoli guide reperibili ovunque.
– Le parole scritte in rosso contengono un link, relativo ad approfondimenti su luoghi o fatti riportati (sono siti web da me consultati, privi di malware e attivi al momento della pubblicazione).
– Vista l’importanza della meta prescelta e le tante cose da dire e commentare, questa volta il diario di viaggio verrà suddiviso in più parti, ovviamente collegate tra di loro e pubblicate a cascata.
– Riguardo ai preziosi suggerimenti e alle svariate “chicche” generosamente distribuite in questo e nei prossimi post, potete dilungarvi a ringraziare nei commenti.
E ora veniamo a noi.
New York – Dove dormire
Se non avete un cugino emigrato che vi ospita gratuitamente altrove, Manhattan è una opzione pressoché obbligata. Hotel, B&B o appartamento? Fate voi, si tratta di scelte diverse, tutte valide purché effettuate con oculatezza e con coerenza rispetto alla propria concezione di vacanza/viaggio. La raccomandazione fondamentale resta quella di tener presente che in questo ambito il value for money di NYC è diverso da quello cui siamo abituati in Italia: meglio orientarsi su strutture con almeno 4 stelle e informarsi bene sul web riguardo alle recensioni degli utenti.
Per quanto riguarda la logistica potete andare sul sicuro e alloggiare a Midtown, magari vicino a Times Square, oppure optare per un quartierino più coccolo e “chic”, tipo Soho, East Village o West Village, con strade piccole e curate, negozietti deliziosi, caffè creativi in cui oziare, ristorantini e locali vari.
Per facilitare le cose agli internauti più esigenti o a chi fosse in procinto di partire e volesse documentarsi in rete, segnalo alcuni siti sulla città, utili a mio avviso sia per organizzare un viaggio sia per tenersi semplicemente aggiornati su ciò che accade nella più famosa metropoli del mondo:
– NYC-Site: hotel, appartamenti, curiosità, eventi, fotografie e vita quotidiana a NYC.
– Visit New York: di tutto un po’ sulla Grande Mela.
– Sognando New York: vivere, studiare, lavorare a NYC.
– Airbnb: guida ai quartieri newyorchesi, con disponibilità di appartamenti e B&B
Infine, per i pigri che più pigri non si può, ecco un paio di segnalazioni specifiche, derivanti da esperienza (positiva) diretta: The Park Central Hotel e Affinia Manhattan, entrambi a Midtown. Chi volesse dare riscontri nei commenti o via mail sarà ovviamente il benvenuto.
New York – Come muoversi
Pedibus calcantibus: girare a piedi, soprattutto di giorno, permette di apprezzare al meglio lo spirito dei vari quartieri, i palazzi e le vie della città, percependone le atmosfere anche nei punti meno turistici e meno celebrati. Attenzione alle distanze, però: è vero che si tratta di un’isoletta, ma se volete spostarvi da una zona all’altra è bene tener presente che è lunga oltre 20km, con più di un milione e mezzo di abitanti…
Metropolitana: la mitica Subway è forse il mezzo più veloce per muoversi, soprattutto di giorno: anche se vecchiotta è sempre attiva, facile da utilizzare, economica (2,5 dollari a tratta), molto frequentata e molto climatizzata.
Taxi: altro mezzo comodissimo, sicuro e sempre a portata di mano. A New York ce ne sono oltre 13.000, concentrati soprattutto a Manhattan. Sì, avete letto bene: tredicimila! Quelle macchie gialle ad ogni incrocio e ad ogni semaforo, a tutte le ore, fanno ormai parte dell’arredo urbano. La scena molto hollywoodiana di alzare un braccio a bordo strada per fermare un taxi al volo rientra nel tran tran quotidiano. Tra le altre cose costano poco.
New York – Dove Mangiare
A NYC si trova da mangiare e da bere ad ogni incrocio, in tutte le strade, in qualsiasi piazza. Locali raffinatissimi, trattorie alla buona, pub, fast food, street food, ristoranti messicani, italiani, indiani, cinesi, giapponesi e di qualsiasi altra etnia abbia un minimo di appeal culinario. Hot dog, hamburgers, soup of the day, cheesecake, smoothies, ma anche pretzel, sushi, pizza, pasta, roti, waffle e chi più ne ha più ne metta. Per le colazioni ci si può immergere nella classica english breakfast (eggs and bacon, sausage, salmon, etc.) o rimanere su brioches e cappuccini, spesso migliori di quelli nostrani. Se non vi garba il caffè “sbobba” americano (che a me per esempio non dispiace) state sereni: troverete ovunque il caffè espresso; a volte anche buono.
Al di là delle indicazioni generiche, e del consiglio (scontato) di evitare catene presenti anche in Italia o ristoranti pseudo-italiani, prendete carta, penna e calamaio: arrivano, in regalo per i lettori del blog, preziose segnalazioni gastronomiche.
Gallagher’s Steakhouse: ambiente ricercato, con una spettacolare cella frigorifera in vetro all’ingresso del locale. Il menu è vario ma il pezzo forte è senza dubbio la carne: la T-bone al sangue viene cucinata alla perfezione e si scioglie in bocca; nulla da invidiare a quelle toscane. Accompagnatela con un vino locale (ci sono anche bottiglie di eccellenti vini italiani e francesi, ma vale la pena di assaggiare quelli americani). Occhio solo ai prezzi: non è un fast food…
Rooftops: un brunch, una cena o un aperitivo su una terrazza con vista sull’Empire State Building o sulle luci di Times Square sono esperienze assolutamente da non perdere. Grazie alle preziose indicazioni della nostra meravigliosa guida e compagna di viaggio, ne abbiamo scoperti due: il 230 Fifth (sulla quinta, con vista sull’Empire) e il rooftop del Sanctuary Hotel, vicino a Times Square. In entrambi i casi meglio prenotare (ma anche senza prenotazione al massimo si aspetta il tavolo qualche minuto) ed evitare di presentarsi in infradito e canottiera, per non rischiare di rimanere fuori.
McSorley’s Old Ale House: si trova nell’East Village ed è il pub irlandese più antico di NYC. Le pareti, in legno consumato dal tempo, sono tappezzate di foto e di ritagli di giornale d’epoca, sbiaditi e rigorosamente in bianco e nero. Potrete gustarvi un hamburger e due birre (ne portano due boccali a testa, ma è leggera) in un locale davvero particolare. Una curiosità: fino al 1970 le donne non potevano entrare!
The Jackson Hole: è una catena di pub sparsi per la città, in cui gustare, in un caratteristico ambiente country / western, hamburger davvero “impegnativi”, ripieni di qualsiasi cosa e alti due dita. Certo, magari è meglio evitare di diventare clienti fissi, ma almeno una tappa, per chi ama il classico hamburgerone americano, è consigliabile.
NoBu: la nota catena di ristoranti jappo-fusion non ha bisogno di presentazioni. Ottimi i cocktail (segnalo un particolare mojito fatto con non ricordo quale erba in sostituzione della menta) e deliziosi i piatti, tutti da sperimentare. Anche in questo caso occhio ai prezzi. Se non si presta attenzione salgono velocemente.
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