La ristrutturazione – Parte 1

Angolo del Ceo - La ristrutturazione

Attenzione!

In questi post si tratterà di ristrutturazioni, di elementi di arredo “materici”, di mobili color “tortora”, di cartongessi che “sdrammatizzano”, di vuoti che riempiono e pareti attrezzate, di lampadari e strisce a led, di fuochi e di piastre a induzione, di corpi illuminanti, di bagni in stile scandinavo e di cabine armadio.

Non so se mi spiego.

I non addetti ai lavori, soprattutto di sesso maschile, sono pregati di terminare qui la lettura. Proseguire potrebbe essere pericoloso e farvi desistere dalla fantastica avventura della ristrutturazione o, peggio, farvi venire voglia di iniziarne una. Per le donne, invece, qualsiasi raccomandazione sarebbe superflua: sono geneticamente predisposte, non c’è altra spiegazione.

Ma veniamo a noi…

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Tutto è iniziato l’anno scorso, quando ho avuto l’opportunità di traslocare in un appartamento di famiglia. Era in buone condizioni, ma in molti dicevano che sarebbe stata opportuna una “svecchiata”.

Il mio senso di ragno mi faceva già percepire le insidie nascoste dietro quelle idee apparentemente ovvie e inappuntabili, quindi mi rifugiavo dietro frasi diplomatiche e distensive, tipo: “Grazie del consiglio, ci penserò… magari darò una rinfrescata prima di entrare…”.

Era per darmi un tono, ovviamente.

Nella mia testa il termine “rinfrescata” equivaleva a tinteggiare i muri (nemmeno tutti), perfezionare l’acquisto di una TV imponente e installare un roboante impianto dolby surround, per la gioia dei vicini.

Stop.

Angolo del Ceo – Esempio di sobrio impianto Home Cinema

In una settimana al massimo sarei stato pronto per il trionfale ingresso.

Uh, ingenuo…

Ah, illuso…

Le avvisaglie sono arrivate subito, già durante i primi confronti estemporanei sul tema.

Ma mica con Philippe Starck, che non crediate: bastava un collega che ci fosse già passato o un barista qualsiasi durante una colazione al bar. Segnali appena accennati, sibillini, sottili, ma pronti a deflagrare. Frasi velenose tese ad insinuare tarli pericolosissimi nel cervello.

“Beh, in effetti la prima cosa che invecchia in una casa è la cucina…”

“Ah guarda, con un nuovo pavimento la casa cambia volto…”

“Con gli incentivi ti conviene ristrutturare il più possibile…”

“Te lo dico io…  sistema tutto subito o non lo farai mai più…”

All’inizio ascoltavo tutti con un sorriso accondiscendente, ma dall’alto della mia rude pragmaticità di maschio sempliciotto e senza fronzoli pensavo cose tipo ” figurati se spendo soldi per una cucina quando ce n’è già una che svolge egregiamente la sua funzione da 15 anni… piuttosto investo qualcosa in più nelle casse dell’impianto audio e nei videogiochi…”

All’inizio, appunto.

Poi i sassolini del dubbio hanno cominciato a rotolare lungo il piano inclinato della mia vena edonistica, fino a diventare una frana. Ed infine ho ceduto.

Si sono aperti i cancelli dell’abisso.

Altro che tinteggiare le pareti, mi sono trovato nel mezzo di una tempesta perfetta: pavimenti flottanti, forni combinati, porte scorrevoli, vetri acidati, docce walk-in, carte da parati, marmorini, cartongessi e luci a led.

Un delirio.

Angolo del Ceo – “Solo una rinfrescata…”

Dietro ogni dettaglio del cazzo, in tema di edilizia e arredamento, si apre un mondo di materiali, stili, tecnologie, scuole di pensiero e forzieri d’oro da spendere.

O ne stai fuori o sei fatto (consideratelo un preziosissimo consiglio da amico…).

Il funzionario di banca, cui avevo riso in faccia quando mi aveva proposto un mutuo ristrutturazione, sta sicuramente ancora gongolando per la soddisfazione postuma, tra una bottiglia e l’altra di champagne.

Vabbè, una volta in ballo comunque bisogna pedalare (per dire).

Inizialmente avevo pensato di affidarmi all’innato senso estetico e alla naturale propensione per il bello che da sempre mi caratterizzano, ma gli sguardi imbarazzati delle amiche e soprattutto delle arredatrici, quando esponevo le mie idee, mi hanno fatto sorgere rapidamente diversi dubbi.

E allora via con le nottate a leggere riviste e navigare su internet per informarmi.

Sì, avete capito bene.

Non cazzeggiavo su iutub tra incidenti stradali in russia, gol di Van Basten e ricerca di canzoni anni ’60, non mi aggiornavo riguardo le ultime novità su iuporn, ma mi intrufolavo nottetempo nei forum di casalinghe e arredatori sul piano di lavoro più veloce da pulire o sul dilemma tra lavelli ad una o a due vasche.

Robe da matti.

Alla fine ho cercato rinforzi coinvolgendo il meraviglioso universo femminile: amiche, colleghe, amanti, conoscenti, trombamiche, passanti, sconosciute incontrate in coda alle poste. Le donne sono sempre avanti e ne sanno a pacchi di argomenti di cui fino al giorno prima io ignoravo l’esistenza, tipo il dibattito filosofico sull’altezza dello zoccolo della cucina. Per dire.

Angolo del Ceo – Amiche “al lavoro”

Tuttavia anche interagire con loro, su questi temi, non è stato facile.

Ho dovuto fare sfoggio di tutte le mie raffinati arti diplomatiche per sgusciare indenne attraverso pericolosissime faide tra schieramenti ideologici di pulzelle inferocite: le esaltate dell’open space contro le estremiste della cucina separata, le amazzoni delle piastre ad induzione contro le paladine della fiamma libera, le ultrà dei pavimenti in legno contro le sette segrete di cemento, microcemento e resine.

Ho scelto sempre di non schierarmi, un po’ perché “avanti al centro contro gli opposti estremismi” [cit.] e un po’ perché nel profondo del mio cuore tali questioni avevano inizialmente un rilievo pari quasi alla vastità del cazzo che me ne cala, ad esempio, dell’uncinetto agonistico.

Ma pareva brutto dirlo.

Poi, ahimè, le cose sono cambiate…

 

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2 Commenti

  1. Se non ti conoscessi non crederei ad una parola di quanto scrivi e invece più leggevo l’articolo e più gli angoli della bocca si allungavano verso l’alto nel immaginarti in quelle riunioni tecniche di donne che, seriamente impegnate ad elargire gratuiti consigli e Preziosi suggerimenti, Non immaginavo minimamente quello che invece subdolamente il vero scopo che tramavi in quella tua testolina perversa: ” ma dopo tutta sta estenuante pazienza a far finta di ascoltare , o peggio ancora a dar fondo a sudati risparmi per mettere in pratica i consigli di quelle più pisellabili….qualcuna me la darà?”

  2. Nego qualsivoglia pensiero impuro.
    Tutte le energie erano impegnate nella scelta di marmorini, cartongessi ed elementi materici d’arredo.
    O quasi.

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