Sembra facile organizzare una vacanza, ma spesso ci sono molte variabili da considerare: logistiche, strategiche ed economiche, sommate alla necessità di soddisfare le esigenze di tutti. Tuttavia, essendo solo in due a partire, ed essendo io abituato a gestire per lavoro progetti più complessi di una settimana al mare, ero abbastanza tranquillo e fiducioso.
Illuso, aggiungerei.
La mia compagna di viaggio è partita con un profilo basso, tanto per non sbagliare: “Andiamo in Polinesia, in qualche atollo da favola, mare spettacolare, bungalow sull’acqua, in un villaggio all inclusive ottantaquattro stelle lusso superior: voglio fare vacanze da sogno, servita e riverita in un angolo di paradiso”. Deglutendo, ho cercato di diminuire almeno i fusi orari: “Meravigliosa principessa, ti ricordo che abbiamo una sola settimana disponibile e che per arrivare in Polinesia ci vorranno almeno 20 ore a tratta… Forse è il caso di trovare qualche meta più vicina… Che dici?”
Il giorno dopo mi ha spedito via mail 180 link inviati da una dozzina di agenzie di viaggi sparse per il triveneto, proponendomi poi al telefono di visitarle tutte per raccogliere depliant e preventivi da discutere insieme. Mi sembrava un po’ eccessivo sprecare tutto quel tempo e in effetti devo ammettere che lei è stata subito d’accordo: ha precisato allora che insieme, la sera, si sarebbe discusso di depliant, cataloghi e preventivi, mentre io, da solo, avrei provveduto a procurarmi il tutto girando come una trottola. “Inutile perdere tempo in due”. Come darle torto…
Molto bene.
Dopo una settimana, più che camminare, barcollavo ogni sera verso casa sua, sotto il peso di uno zaino da trekking pieno di cataloghi. Il baule pieno, lo zaino pieno, l’auto piena: cataloghi ovunque. Mi sembrava di essere Fantozzi alle prese coi filoncini di pane in ogni angolo della casa quando la Pina si era innamorata del fornaio. Sono diventato amico intimo di tutti gli impiegati delle agenzie viaggi di Padova e provincia e ormai conosco a memoria i villaggi dei tour operator principali in almeno tre continenti.
Ovviamente, fosse stato per me, avrei accettato uno dei preventivi fatto il primo giorno dalla prima agenzia, tanto alla fine cercavamo un pacchetto volo + vacanza in un villaggio con formula all inclusive: non è che ci fosse bisogno di Magellano per organizzare un viaggio così…
Ma sarebbe stato troppo facile. No, lei deve sentire tutte le offerte, vedere le foto delle camere, dei bagni, controllare il sito internet, leggere le recensioni in rete, farsi spiegare nel dettaglio tutti i programmi, farsi illustrare con dovizia di particolari tutte le strutture, i servizi e le escursioni. E poi ha sempre qualche amica “molto affidabile” che deve dire la sua e che suggerisce mete alternative…
Prima di entrare in ogni agenzia mi sibilava “tu non dire niente, lascia parlare me”, e partiva con un duello di resistenza psico-fisica con l’impiegato di turno. Va da sé che vinceva regolarmente lei, e mentre usciva insoddisfatta dopo aver portato sull’orlo di una crisi di nervi il suo avversario, io rimanevo qualche minuto a consolare il malcapitato/a, che a sua volta mi esprimeva tutta la sua solidarietà.
Dopo settimane di discussioni erano già state escluse per motivi vari l’Italia, la Spagna e la Grecia. Altro che eliminazione diretta agli Europei di calcio: con lei è molto molto più difficile passare il turno…
Ieri eravamo alle prese con l’Egitto. Dopo una giornata intera in agenzia erano ancora in ballottaggio due sole ipotesi. Due villaggi molto simili, cinque stelle, entrambi davvero belli, senza troppi bambini, animazione discreta, attività sportive no limits, gestione e cucina italiane, pulizia garantita, struttura nuova o quasi. Praticamente perfetti! Un barlume di speranza cominciava a prendere forma. L’impiegato, ormai in maniche di camicia e spettinato, dopo una tenzone con lei che perdurava dal mattino, mi guardava fiducioso. Io ricambiavo lo sguardo. I due cataloghi erano sul tavolo. Lei li scrutava con aria severa.
Ad un tratto mi guarda e chiede: “Tu quale preferisci?”
Gocce di sudore freddo mi imperlano la fronte, respiro a fondo con lo stomaco annodato, come se stessi lanciando la palla del servizio per il match point a Wimbledon. L’impiegato mi guarda allarmato. Mi schiarisco la voce e dico: “Sono soluzioni meravigliose, mi piace solo un pochino di più la prima, ma è una preferenza di pelle, istintiva, immotivata, va benissimo anche l’altra. D’altronde sono così felice di venire in vacanza con te che mi andrebbe bene anche una capanna di paglia su una spiaggia sperduta…”.
L’impiegato deglutisce e annuisce impercettibilmente. Non avrebbe saputo fare di meglio.
Ancora silenzio. Minuti carichi di tensione.
Sembrava di sentire le musiche di Morricone prima di un duello in uno spaghetti-western… I nostri occhi erano fissi sulle sue labbra bellissime, in attesa del verbo… Poi, all’improvviso…
“E se andassimo in Turchia????”
Io sono svenuto. L’impiegato invece, mi dicono, è stato portato via da un’ambulanza mentre cercava di soffocarsi ingoiando un catalogo.
Donne !
Non ne puoi fare a meno, ma quando ce l’hai vorresti farne a meno ! 🙂
Hai messo la foto della spiaggia dei conigli di Lampedusa (almeno sembra quella).
Andate lì… sono caraibi a 2 ore di volo !
Max
Che colpo d’occhio, Max: ci hai azzeccato in pieno!!!!
La foto è stata scattata proprio alla spiaggia dei conigli di Lampedusa (splendida, in effetti…).
Sei stato il primo a riconoscerla e la redazione ha deciso di premiarti: sarai nostro ospite ad una cena di pesce, per brindare insieme al mare e alle vacanze!!!
Verrai contattato quanto prima per i dettagli organizzativi.
A presto!!!
La redazione
CI CONTO !
ahahah,meglio soli…però devo dire che noi tutti,ci siamo passati……:)