Lo spirito natalizio

Il Natale è da sempre una delle mie feste preferite.

Mi sento davvero più buono, più felice e ben disposto nei confronti del mondo; vivo con lo stupore e l’entusiasmo di un bambino ogni cosa: le luci che addobbano la città (cominciano sempre prima: quest’anno il mio comune ha accesso le decorazioni a fine agosto…), i regali, la neve, le passeggiate sotto i portici del centro dopo aver litigato per trovare parcheggio…

E poi il protagonista indiscusso di ogni salotto: l’albero di Natale!!!

Ebbene, quest’anno il mio nuovo dirimpettaio mi ha invitato a vedere il suo albero. In nome dei rapporti di buon vicinato ho accettato l’invito, e quando gli ho fatto i complimenti, più per educazione che per convinzione, ha sottolineato con uno sorrisetto di sfida che in tanti anni non aveva mai trovato un vicino in grado di tenergli testa e reggere il confronto.

Molto bene.

Mentre rispondevo con sussiego che l’idea della competizione mi sembrava poco adeguata al vero spirito natalizio, era già scattata nella mia testa l’operazione “sfida all’ultimo addobbo”.

Uscendo da casa sua ho chiamato la banca per ottenere un finanziamento con causale “Sfida di Natale” e ho perfezionato l’acquisto di un abete gigantesco: sarebbe stato adatto a festeggiare il Natale anche in una comunità di dinosauri, nel giurassico. Il cargo per trasportarlo fino a casa mi è costato una fortuna, mentre per montarlo ho dovuto chiamare un’impresa edile e far alzare il soffitto, chiedendo un condono edilizio al comune.

Per l’illuminazione ho acquistato ottocento metri di luci a led e affidato il progetto ad un pool di arredatori; tutto bene, a parte le difficoltà nel trovare l’elicottero per calare le luci dall’alto e i problemi per ingaggiare un manipolo di boscaioli norvegesi che le posizionassero. Un gruppo di miniaturisti giapponesi, diretti da un paio di seguaci della scuola fiamminga, hanno decorato a mano le milleduecento palle realizzate artigianalmente da quattro maestri vetrai di Murano.

Riguardo agli esterni ho pensato di sfruttare il gelsomino sul balcone, posizionato proprio di fronte alla finestra del vicino. Ho chiamato un team di botanici coreani esperti in ingegneria genetica, che hanno innestato nel DNA della pianta le cellule staminali dei led. Ora ha le foglie a luce fredda e i fiori intermittenti. Ho pensato anche al colpo basso: uno di quei terribili babbi natali che si arrampicano sui muri, posizionato tra il mio balcone e il suo, stracarico di fastidiose lucettine rosse e blu.

Quando ho abbassato il manicotto per accendere le luminarie, è saltata la luce in tutto il quartiere. Dopo l’intervento della protezione civile e l’installazione di un generatore industriale a propulsione nucleare, tutto è tornato sotto controllo. Ho dovuto solo ordinare degli occhiali da saldatore, poiché il salotto di casa mia era illuminato a giorno e il giardino condominiale sembrava lo stadio Meazza durante una notturna di Champions League.

Molto bene.

Domani inviterò il vicino per un caffè e per parlare dello spirito natalizio…

 Buon Natale a tutti.

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