Il ristoro dello spirito

(Sottotitolo: Serata poetica di mezza estate in salsa patavina)

Il ristoro dello spirito può arrivare da diverse vie e in diversi modi.

Ad esempio attraverso stimoli ambientali sviliti dai luoghi comuni ma intatti nel loro reale potere evocativo, come un tramonto al mare o l’alba in montagna o una stellata notturna, magari vista dal pozzetto di una barca a vela. Scenari che cullano le anime sensibili, disposte a lasciarsi accarezzare dal languore e portare lontano dai pensieri.

Oppure il ristoro può derivare da sensazioni fisiche che si infiltrano tra le cellule fino ad invedere i pensieri. Da un semplice contatto fisico, quando il corpo e la mente ne sentono la necessità; o dalle montagne russe sentimentali legate all’amore, in qualsiasi forma ci venga regalato dal destino.

A volte invece il ristoro sgorga inarrestabile e inaspettato da piccole cose o gesti o emozioni: il piacere di oziare più del dovuto di tanto in tanto, una foto ben riuscita, un brano ben eseguito al pianoforte, una lettura che solletica la mente, un gesto atletico elegante o esplosivo, una sinfonia sublime, un vino delizioso, una musica, una canzone, un piatto prelibato, un film, una meraviglia tecnologica, un profumo, un ricordo, il sorriso di un amico, lo sguardo di una donna. La bellezza, insomma, comunque si presenti.

Ieri sera, in una splendida piazza del centro patavino, due attori hanno offerto una forma di ristoro dello spirito originale e curiosa. Hanno distribuito agli astanti, che si godevano la serata estiva sorseggiando qualcosa tra i tavolini all’aperto, un menu (quello nella foto) le cui portate erano poesie da assaporare. Ogni brano poteva essere degustato in salsa Vittorio Gassman, in salsa Carmelo Bene oppure in bianco, ovvero con la recitazione spontanea dell’attore che offriva lo spettacolo.

L’iniziativa, simpatica e ricercata, ha avuto un certo riscontro e dai vari tavoli è stato ordinato alla fine un pasto completo. I sofisticati giullari hanno quindi servito ai tavoli Leopardi, Campana, Kavafis, Dante e Pasolini,  con un soffice accompagnamento musicale, allietando la serata di tutti gli spettatori occasionali e portando a casa qualche euro (pochi, ma sicuramente pagati volentieri e incassati con soddisfazione).

Sarà stato il contesto architettonico incantevole, sarà stata la placida tranquillità di una serata estiva trascorsa con gli amici, sarà stata la bravura degli attori, ma l’iniziativa mi è piaciuta molto e mi ha riconciliato con il talento e l’arguzia dell’italica stirpe.

Sono tornato a casa confortato nella mia testarda e sempre più pericolante convinzione: non esistono solo i beoti da Social Network, gli ultras degli stadi o dei pensieri con i loro cori beceri, gli emuli di fanatismi terzomondisti che scendono in piazza al primo mutar di vento, i portatori sani di moralismo che inquinano media, aziende e istituzioni, i finti laici che attaccano alla cieca qualsiasi credo, i finti credenti che scagliano anatemi su qualsiasi laicismo.

Al di là delle eccellenze, esistono anche gli italiani che pensano, che riflettono, che inventano, che si muovono nel solco difficile dell’ingegno, della bellezza, dell’arte, che rifuggono dalle urla belluine, dalla polemica starnazzante, dai rigurgiti di moralismo bacchettone, dal conformismo di pensiero dilagante, dal provincialismo virulento che ci relega a “espressione geografica” da metà del 1800 ai giorni nostri.

Forse troppo ottimismo, sulla base di un paio di poesie recitate in una notte di mezza estate? Si tratta di rari nantes, che soccomberanno al gurgite vasto in cui stiamo naufragando?

Può essere.

Ma a qualcosa bisogna pure aggrapparsi, nelle acque procellose di questo mondo difficile.

PS I: mi sono permesso di immortalare il menu e di utilizzarlo in questo post per dare soddisfazione agli ideatori dell’iniziativa e sperare di fornire loro un minimo di pubblicità.

PS II: dopo una rapida ricerca sul web, i tentacoli inarrestabili del sig. Google mi hanno portato a ipotizzare che i due attori fossero Marco Di Giorgio e Michele Spanò, che pare abbiano presentato la stessa offerta in passato, presso locali in grado di apprezzare l’idea e farla apprezzare al proprio target di avventori. Eventuali gestori di locali patavini sono avvisati. Ammesso che l’informazione sia corretta, ai due attori vanno i miei complimenti e il più cordiale “in bocca al lupo”. E ovviamente la disponibilità ad ospitare repliche, proteste, precisazioni, critiche o commenti.

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